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Aero-vederci! Le nove vite della mitica rock band americana sembrano essersi consumate tutte, almeno dal vivo. All’ippodromo del Visarno (Firenze, 23 giugno 2017) si festeggia l’estate con l’unica tappa italiana del tour 2017 che, almeno nelle intenzioni della vigilia, sarà anche quella di saluto loro pubblico. Tyler/Perry & Co. calano sul palco una scaletta eccellente principalmente imperniata sul periodo 80-90, ma con intelligenti innesti della prima era. Certo all’appello mancano cose come Mama Kin e Hangman Jury (pure eseguite in altre date) o Toys in the Attic, per una set list più snella dei precedenti tour.

La cosa più piacevole del concerto è il ritmo che fonde sonorità heavy metal, hard rock e anche blues elettrico: in particolare mi ha sorpreso il godibilissimo passaggio vocale di Joe Perry su due cover dei Fleetwod Mac (Stop Messin’ Around e Oh Well) e l’annessa libertà strumentale del gruppo. Tra gli altri momenti migliori della serata voto l’inizio del concerto: dopo la proiezione di immagini di 44 anni di carriera esplode il ritmo hard roch’n’ roll di Let the Music do the Talking. E poi aggiungo Dude e la chiusura con Dream On e Walk this Way.

 

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In tutto ciò nessuno ha potuto ignorare l’impatto con la voce di Mr. Steven. Per chi ha visto il dvd “Rock for the Rising Sun”, la performance di Steven – quasi 70 anni di vita vissuta come ben noto – sembra lontana anni luce, un po’ in affanno in alcuni pezzi e spesso aiutata da una seconda voce di sottofondo. Però vogliamo perderci in questo? Oppure vogliamo parlare della montagna di capelli come 30 anni fa, l’energia da ragazzino, gli sguardi complici con Perry, il fisico tonico e il segno di labbra femminili stampate sulla guancia del signor Steven Talarico?

Tra i desideri dell’ultimo concerto a me sarebbe piaciuto che la band provasse qualche nuovo arrangiamento, si concedesse un momento acustico, magari si portasse sul palco un set di fiati, oppure che invece della oramai abusatissima Cryin’ (sulla quale Tyler fatica decisamente) avesse, che so, proposto qualche ballata più rara come Amazing.

Ciò detto, forse gli Aerosmith e quel bellissimo logo che sempre li accompagna hanno scelto il momento giusto per lasciare il palco. Ma d’altra parte la storia musicale che hanno alle spalle (concentrata in 100 minuti di concerto che hanno lasciato tanta voglia di vederne ancora) e la lunga lista di pezzi tutt’oggi orecchiabili merita di non cadere nell’oblio. Per esempio qualche tour nei palazzetti un po’ elettrico e un po’ unplugged. Uno spettacolo dove si è tutti più vicini e potremo infine dire: Nine lives, Live for ten!

 

Gli Aerosmith sono: Steven Tyler, Joe Perry, Brad Whitford, Joey Kramer, Tom Hamilton.

P.S. La considerazione malinconica di questa giornata è stata quella di dover seguire lo spettacolo da 100 metri, vederlo dagli schermi (che in un paio di occasioni si sono pure spenti) o, peggio ancora, da centinaia di telefonini che ti si piazzano davanti per riprendere quello che hai deciso di non seguire dal vivo.